Intorno alla metà degli anni sessanta, il rock spaventò l’establishment politico degli Stati Uniti. I governanti cominciarono a temere la capacità

aggregativa della musica e cercarono di impedire in qualsiasi modo che questa divenisse un veicolo di contestazione del sistema. Così molti musicisti finirono sotto tiro e divennero sorvegliati speciali. A riguardo Mimmo Franzinelli ha svolto un attento lavoro d’indagine raccolto nel libro “Rock & Servizi segreti – Musicisti sotto tiro: Da Pete Seeger a Jimi Hendrix a Fabrizio De André” (Bollati Boringhieri, pp. 232, euro 16,00). Analizzando le migliaia di pagine di rapporti redatti dalla CIA e dall’FBI, resi pubblici dopo trent’anni, lo scrittore ha ricostruito le operazioni di spionaggio e le campagne di discredito svolte dall’intelligence americana a discapito di musicisti del calibro di John Lennon, Jimi Hendrix, Frank Zappa, Pete Seeger, Jim Morrison e molti altri. Questi grandi esponenti della scena musicale mondiale vennero sospettati di essere promotori di campagne destabilizzanti per l’ordine pubblico degli Stati Uniti. Nei loro confronti ci fu un’autentica persecuzione, promossa e orchestrata dal Presidente Nixon con la complicità del discusso capo dell’FBI, Edgard Lee Hoover. Proprio quest’ultimo ebbe il compito di ostacolare in tutti i modi l’attività degli artisti “scomodi”. Anche con metodi illeciti. Alcuni di loro furono tratti in arresto con le scuse più banali. Frank Zappa, per esempio, fu imprigionato per aver composto le musiche di un film porno. Nei confronti di altri musicisti vennero inventate alcune prove ad hoc per screditarli o per metterli contro i giovani dei movimenti. Altri vennero spiati in maniera ossessiva. Spesso il controllo diventava così pressante ed evidente da indurre alcuni di loro al suicidio. Come nel caso del musicista Phil Ochs che, dopo aver raggiunto livelli incontrollati di depressione e paranoia, si tolse la vita. Nel libro viene evidenziato, sempre grazie ai documenti raccolti, come alcuni artisti godessero del favore dell’FBI. Tra questi anche Elvis Presley che, nonostante fosse un consumatore abituale di droghe, pare ambisse a un ruolo di agente segreto. Per quanto riguarda il nostro paese, nonostante ancora non sia caduto il segreto istruttorio, Franzinelli è riuscito a venire in possesso di documenti, redatti dai servizi segreti, riguardanti l’attività di Fabrizio De Andrè. Ai tempi, il cantautore genovese fu addirittura sospettato di essere un finanziatore delle Brigate Rosse. “Un’immagine totalmente fantastica, quella tratteggiata dai rapporti segnaletici – scrive Franzinelli a proposito – frutto di ottusità e pregiudizi, oltre che di abissale incomprensione per una tra le più straordinarie voci del nostro tempo”.