John Lennon, una leggenda ancora intatta

Yoko e John di fronte al Dakota Building

Sono trascorsi 41 anni da quel maledetto 8 dicembre 1980, quando Mark David Chapman mise fine alla vita di John Lennon. Erano circa le 22.50 e l’ex Beatles stava rientrando nel suo appartamento di Manhattan, al Dakota Building, insieme a sua moglie Yoko Ono. John venne raggiunto da quattro colpi alla schiena sparati dalla calibro 38 di Chapman, lo stesso uomo che poche ore prima gli aveva chiesto un autografo, sempre lì, di fronte all’ingresso dell’edificio in cui risiedeva Lennon. Uno di quei colpi gli perforò l’aorta, rendendo vana la corsa al Roosevelt Hospital, dove venne dichiarato morto alle 23.15. Da quel giorno il Dakota Building è diventato una sorta di luogo di culto per i fan di John e dei Beatles, tra il disappunto dei residenti che non hanno mai gradito il pellegrinaggio continuo di fronte a quel cancello. Trovandosi a pochi metri da uno degli ingressi di Central Park, negli anni si è pensato di costruire un mosaico commemorativo proprio lì, nel parco, anche per dissuadere i fan dall’affacciarsi all’ingresso del Dakota. Ma ciò è servito a poco. E ve lo posso raccontare con cognizione di causa.

Sì, perché nel 2012 io e la mia compagna eravamo a Manhattan, e da bravi turisti visitammo Central Park. Arrivati al mosaico che ricordava Lennon non resistemmo: uscimmo dal parco, attraversammo la 72esima strada e, in maniera discreta, ci avviciniammo all’entrata del Dakota Building. Ci accolse un elegantissimo portiere che, con estrema gentilezza, ci informó che non potevamo sostare di fronte all’ingresso del palazzo. Ci scusammo, ma prima di allontanarci gli facemmo la fatidica domanda: “Did John Lennon live here?” La sua risposta fu: “Yes, Mr. Lennon lived here”. Quel suo atteggiamento formale, il fatto che lo chiamasse Mr. Lennon, come se fosse ancora un qualsiasi abitante di quel grande e sontuoso edificio al centro di Manhattan, ci lasció di stucco e ci mise i brividi. Per un attimo ci sembró di aver sfiorato la storia.

Cercammo di estorcergli qualche altra informazione, ma si limitó a dirci che Mrs. Lennon (Yoko Ono) si vedeva spesso, ma non risiedeva più lì in maniera stabile. A noi bastava di sapere che fosse ancora casa loro, la casa di John, quella in cui aveva scritto Beautiful boy mentre accudiva il piccolo Sean.

Negli ultimi anni, da quando le sue condizioni di salute sono peggiorate, pare che Yoko Ono sia tornata a vivere stabilmente nell’appartamento del Dakota. Anzi, a quanto riportano i giornali, lo lascia raramente e appena per qualche ora, giusto il tempo di una passeggiata o per partecipare a un evento speciale. Si muove soltanto su una sedia a rotelle e viene accudita 24 ore su 24 da persone fidate.

Oggi con L’Espresso l’intramontabile Plastic Ono Band

Oggi, insieme a L’Espresso, è uscito Plastic Ono Band, il primo album post-Beatles di John Lennon.

Mother, Working class hero, Love. Bastano questi tre pezzi a giustificarne l’acquisto.

Qualche curiosità? Nell’album, uscito nel 1970, Yoko Ono ha “suonato” il vento e Phil Spector, l’inventore del Wall of Sound, ha accompagnato con il pianoforte la voce di Lennon in Love. Alla batteria c’era Ringo Starr.

Il video di Love

“Rock & Servizi segreti” – Quando Zappa fu arrestato per aver composto le musiche di un film porno.

Intorno alla metà degli anni sessanta, il rock spaventò l’establishment politico degli Stati Uniti. I governanti cominciarono a temere la capacità

Copertina del libro di Mimmo Franzinelli

aggregativa della musica e cercarono di impedire in qualsiasi modo che questa divenisse un veicolo di contestazione del sistema. Così molti musicisti finirono sotto tiro e divennero sorvegliati speciali. A riguardo Mimmo Franzinelli ha svolto un attento lavoro d’indagine raccolto nel libro “Rock & Servizi segreti – Musicisti sotto tiro: Da Pete Seeger a Jimi Hendrix a Fabrizio De André” (Bollati Boringhieri, pp. 232, euro 16,00). Analizzando le migliaia di pagine di rapporti redatti dalla CIA e dall’FBI, resi pubblici dopo trent’anni, lo scrittore ha ricostruito le operazioni di spionaggio e le campagne di discredito svolte dall’intelligence americana a discapito di musicisti del calibro di John Lennon, Jimi Hendrix, Frank Zappa, Pete Seeger, Jim Morrison e molti altri. Questi grandi esponenti della scena musicale mondiale vennero sospettati di essere promotori di campagne destabilizzanti per l’ordine pubblico degli Stati Uniti. Nei loro confronti ci fu un’autentica persecuzione, promossa e orchestrata dal Presidente Nixon con la complicità del discusso capo dell’FBI, Edgard Lee Hoover. Proprio quest’ultimo ebbe il compito di ostacolare in tutti i modi l’attività degli artisti “scomodi”. Anche con metodi illeciti. Alcuni di loro furono tratti in arresto con le scuse più banali. Frank Zappa, per esempio, fu imprigionato per aver composto le musiche di un film porno. Nei confronti di altri musicisti vennero inventate alcune prove ad hoc per screditarli o per metterli contro i giovani dei movimenti. Altri vennero spiati in maniera ossessiva. Spesso il controllo diventava così pressante ed evidente da indurre alcuni di loro al suicidio. Come nel caso del musicista Phil Ochs che, dopo aver raggiunto livelli incontrollati di depressione e paranoia, si tolse la vita. Nel libro viene evidenziato, sempre grazie ai documenti raccolti, come alcuni artisti godessero del favore dell’FBI. Tra questi anche Elvis Presley che, nonostante fosse un consumatore abituale di droghe, pare ambisse a un ruolo di agente segreto. Per quanto riguarda il nostro paese, nonostante ancora non sia caduto il segreto istruttorio, Franzinelli è riuscito a venire in possesso di documenti, redatti dai servizi segreti, riguardanti l’attività di Fabrizio De Andrè. Ai tempi, il cantautore genovese fu addirittura sospettato di essere un finanziatore delle Brigate Rosse. “Un’immagine totalmente fantastica, quella tratteggiata dai rapporti segnaletici – scrive Franzinelli a proposito – frutto di ottusità e pregiudizi, oltre che di abissale incomprensione per una tra le più straordinarie voci del nostro tempo”.