Sul nuovo numero del settimanale Note, oggi on line, un mio breve punto sugli Internazionali BNL d’Italia 2019.
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Musica, sport e amenità varie raccontate da Salvatore Coccoluto
Se fino a un paio di settimane fa le prospettive del tennis italiano femminile erano nerissime, da questo week-end si comincia a intravedere una luce in fondo al tunnel. Sì perché, in quella che è la serie B della Fed Cup, a sorpresa le nostre ragazze hanno superato la più quotata Spagna sulla terra rossa indoor di Chieti, guadagnandosi così l’opportunità di giocare i play-off di aprile per tornare nella seria A del tennis mondiale. La sfida con le iberiche, terminata 3 a 2 per le ragazze di Tathiana Garbin, ha restituito qualche certezza al tennis italiano femminile: la prima si chiama Sara Errani (n. 141).
Grinta Sarita. La tennista bolognese, dopo aver affrontato un 2017 da dimenticare, in cui è sprofondata oltre la centesima posizione del ranking mondiale a causa di prestazioni pessime e della discussa squalifica per doping, è tornata a brillare come non faceva da tempo. Sabato si è imposta con un autoritario 6-1, 6-1 contro Lara Arrubarrena Vecino (n. 82 del mondo), riportando in parità l’Italia dopo la sconfitta della giovane Jasmine Paolini (n. 161) contro la più quotata Carla Suàrez Navarro (n. 29). Poi la domenica, nell’incontro di apertura tra le due numero 1, Sarita ha confermato che quella del giorno prima non era stata una casualità e di avere ancora l’energia e le motivazioni per competere da protagonista. Con la Suàrez Navarro si è imposta infatti in tre durissimi set con il punteggio di 6-3, 3-6, 6-3, comandando il gioco in alcuni momenti, soccombendo in altri, ma trovando sempre la forza di reagire e di riprendere in mano le redini del match. Sembrava di rivedere la Sara tenace e grintosa che nel 2012 era arrivata in finale al Roland Garros. C’è tanto da lavorare per tornare agli antichi fasti, ma la strada è quella giusta. L’Italia del tennis ha ancora bisogno di lei.
Deborah Chiesa. Il punto decisivo ce lo ha regalato la ventunenne Deborah Chiesa (n. 178), battendo Lara Arrubarrena Vecino con il punteggio di 6-4, 2-6, 7-6. Questa leonessa trentina, al debutto in Fed Cup, fino a ieri non aveva mai giocato un match così importante. Rovescio potente e incisivo, servizio robusto, un dritto che può ancora migliorare, la Chiesa ha affrontato la spagnola con coraggio da veterana, superando in maniera egregia le difficoltà del secondo set e dell’inizio del terzo. Anche quando l’Arrubarrena non sbagliava più nulla, Deborah è rimasta aggrappata all’avversaria rimontando lo svantaggio e trascinandola al tie-break del terzo set, dove le ha annullato addirittura un match point. La sua grinta e il suo gioco hanno riacceso una luce in fondo al tunnel. Speriamo solo che questa luce non sia un fuoco di paglia.
Dal 29 giugno in libreria il mio GIOCO, PARTITA, INCONTRO – Le imprese dei campioni di tennis italiani da Nicola Pietrangeli a Flavia Pennetta (Imprimatur).
Il tennis l’ha inventato il diavolo.
È uno sport micidiale, sei da solo per ore e nessuno può aiutarti.
Adriano Panatta
Le memorabili imprese del tennis italiano, maschile e femminile, raccontate in un unico volume. La grandezza di Nicola Pietrangeli, le sue epiche vittorie al Roland Garros e i record in doppio con Orlando Sirola. Il talento straordinario di Adriano Panatta e quel magico 1976, che lo vide trionfare agli Internazionali d’Italia e a Parigi. La conquista della Coppa Davis in Cile e i protagonisti di quell’impresa: Panatta, Barazzutti, Bertolucci, Zugarelli. I match indimenticabili di Paolo Canè e Omar Camporese in Coppa Davis nei primi anni Novanta. La storia di Andrea Gaudenzi, il campione sfortunato che vide sfumare il sogno di riportare in Italia “l’insalatiera”. E poi ancora la dedizione di Renzo Furlan e le prestigiose vittorie nel circuito, la storica semifinale di Filippo Volandri agli Internazionali d’Italia, maturata dopo aver battuto il numero uno del mondo Roger Federer, fino all’ascesa di Fabio Fognini.
La seconda parte del libro è dedicata al tennis italiano femminile: dagli anni di Lea Pericoli e di Silvana Lazzarino, soprannominate rispettivamente “La Divina” e “Minnie”, passando per la passione e le vittorie di Raffaella Reggi e Sandra Cecchini, fino all’esplosione della “leonessa” Francesca Schiavone, che culmina con il trionfo al Roland Garros. Poi l’ascesa di Roberta Vinci e di Sara Errani, che ben presto diventano le Cichis, le numero uno nel doppio femminile, capaci di centrare il Career Grand Slam. E ancora la straordinaria carriera di Flavia Pennetta e la vittoria agli US Open, i leggendari trionfi della squadra di Fed Cup e uno sguardo al presente e al futuro del tennis italiano. Il testo è arricchito dalle testimonianze inedite di due campioni come Raffaella Reggi e Paolo Canè.
Oggi ha liquidato in due set la russa Kirilenko sul campo
“Pietrangeli“, giocando un tennis brillante e potente. E pensare che fino a qualche giorno fa non sapeva se avrebbe partecipato a causa di un infortunio. Gli appassionati del tennis accorsi oggi al Foro Italico l’hanno sospinta verso la vittoria (il Pietrangeli era stracolmo).
Domani se la vedrà con l’americana Stephens. In attesa di ritrovarla in campo, vi propongo questa mia intervista a Flavia Pennetta in cui racconta vizi e virtù di una campionessa.
L’intervista: