“Facebook? Una portineria mondiale” – Intervista a Oliviero Toscani (giugno 2012)

Intervistai Oliviero Toscani nel giugno 2012, sempre per Leiweb,

OT foto Orazio Truglio
Oliviero Toscani (foto di Orazio Truglio)

in occasione dell’uscita del libro Moriremo eleganti. Fu interessante chiacchierare con lui di politica, attualità, arte e web. Ne ebbe per tutti, dalla tv, che secondo lui aveva ‘teleidiotizzato’ il Paese, agli italiani popolo di “corrotti, corruttibili e corruttori”. Insomma, venne fuori il ritratto una nazione da rifondare. L’intervista gli piacque così tanto che decise di pubblicarla anche sul suo blog. La ripropongo perché mi sembra ancora di grande attualità.

 

Oliviero Toscani: “Facebook? Una portineria mondiale”

“In Italia dobbiamo avere il coraggio di smetterla di mitizzare certi personaggi, da Saviano a Grillo, lo dico con tutto il rispetto per loro. Oggi, nel nostro paese, uno che dice cose banalmente giuste ormai diventa un eroe. Ovviamente non è colpa di Saviano, ma nostra”. Oliviero Toscani ha un’abitudine rischiosa: quella di essere sincero. Non si tira mai indietro quando c’è da esprimere un’opinione, anche a costo di attirare su di sé antipatie e farsi parecchi nemici. Le sue parole sono sempre forti, come lo sono le sue foto e le campagne pubblicitarie a cui ha abituato il pubblico di tutto il mondo. Pochi giorni fa è uscito il libro/intervista Moriremo eleganti (Aliberti Editore), che lo vede impegnato in una intensa conversazione con il giornalista Luca Sommi. Abbiamo provato a proseguire questo dialogo stuzzicandolo su diversi argomenti di attualità, dalla politica al calcio-scommesse. E ne è venuta fuori una nazione da rifondare.

Toscani, lei nel libro ha dichiarato che “bisogna smetterla di tollerare tutto ciò che ci viene propinato…”. A cosa si riferisce?
Non ho più voglia di ascoltare le cazzate. Quando sento parlare la gente in televisione, che riempie i discorsi di “niente”, “dunque”, “cioè”, non riesco più a sopportarlo. La televisione è uno dei più grandi esempi di volgarità, di cecità e di negazione dell’intelligenza umana. Non voglio più vedere la volgarità. Potranno dire tutto ciò che vogliono del mio lavoro, meno che sia volgare. Anche le foto più forti, tipo quella dell’anoressica.

La farebbe ancora quella foto?
Se dovessi rifare quella fotografia, metterei una maschera sul viso della modella. Perché tutti hanno parlato del caso specifico. Invece io volevo accendere un dibattito sull’anoressia in generale. Le anoressiche a me non fanno pena, mi fanno incazzare.

Con chi è più arrabbiato: con chi fa televisione o con chi la guarda?
Sia con chi la fa sia con chi la guarda. È un mezzo che ci ha rincoglionito, “teleidiotizzato”.

Questi sono anni di grandi cambiamenti nel mondo della comunicazione. Cosa pensa di questa evoluzione dell’informazione sul web?

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La foto di Oliviero Toscani che provocò numerose polemiche

Sicuramente è un bene. Sono un ottimista. L’essere umano è sulla strada della civilizzazione, pur passando attraverso cose incivili e non democratiche. La stiamo ancora percorrendo questa strada. Ogni momento storico ha il suo sviluppo tecnologico. Il web rappresenta un grande passo avanti anche per la fotografia.

Non teme che il proliferare di fotografi sul web, spesso improvvisati, porti ad uno scadimento dei prodotti artistici?
È logico. Più c’è possibilità e più si crea spazzatura. Bisogna esser capaci di distinguere ciò che è buono da ciò che non lo è. Non dimentichiamo che c’è tanta gente che si nutre di spazzatura: mangia male, parla male, scopa male, educa male, si muove male, viaggia male. Quindi….

È un dato di fatto comunque che anche il cambiamento politico e sociale stia passando attraverso i social network e i blog. Non trova che sia straordinario?
Sì, però noi, rispetto al passato e alle opere d’arte che sono state realizzate, penso a piazza dei Miracoli a Pisa e a piazza del Duomo a Firenze, facciamo pochissimo in rapporto al nostro tempo e alle nostre possibilità. In passato sono state realizzate cose fantastiche senza gru e senza elettricità. Nei nostri giorni, con le possibilità che abbiamo, dovremmo fare molto di più, invece si va peggio. Oggi, per esempio, sappiamo dove sono tutti gli stupidi.

Dove sono?
Davanti al loro profilo Facebook, in ordine alfabetico. Sono tutti lì a fare i piccoli portinai. Facebook è una portineria mondiale. Cancella la vera energia creativa dell’immaginazione, che su Facebook è pari a zero. E anche Twitter è indecente, con le sue 140 battute.

E invece dei partiti politici cosa pensa, sono al capolinea?
È un momento in cui devono rivedersi, rifondarsi. Mi sta sulle balle che in Italia uno debba appartenere per forza a un partito. Uno appartiene a delle comunità.

Lei è stato anche assessore a Salemi. Cosa le ha lasciato quell’esperienza?
In Sicilia c’è veramente la mafia, e non è altro che burocrazia. E questa è diffusa in tutta Italia. Siamo un paese mafioso e corrotto. L’italiano è corruttibile e corruttore. Lo si compra con tre ciliegine, purtroppo. È tutto così. È abbastanza vergognoso. A Salemi è stato particolarmente difficile perché tutte le idee venivano soffocate da croste di burocrazia, da interessi antichi di potere che fan sì che non si cambi niente, che non succeda niente di nuovo perché potrebbe mettere in discussione lo status quo. In tutta Italia è così. Siamo un paese molto vecchio, e nemmeno creativo come diciamo di essere. Cosa facciamo noi? Borse e scarpe. Ma i computer li fanno in California.

Ha seguito la vicenda di questi giorni del calcio-scommesse?
Sì, e si riallaccia a ciò che ho detto prima, l’italiano è corrotto, corruttibile e corruttore. Siamo gente senza morale. Un paese, ma anche una comunità o una famiglia, è il risultato di ciò che sono i propri padroni. Noi abbiamo sempre avuto dei padroni senza grandi qualità. Noi non abbiamo fatto mai nessuna rivoluzione. L’han fatta dappertutto: i francesi, gli americani, anche i nordafricani. E noi no. Siamo un popolo strano. Un giorno sono andato ad una conferenza e ho chiesto: “Chi ha votato Berlusconi dei presenti in questa sala?” Nessuno ha alzato la mano. Siamo un paese di servi e ladri. Pensi che in Europa ci vogliono bene perché ci considerano gli scemi del villaggio.

C’è qualcosa da salvare?
Certo, in Italia ci sono delle eccellenze individuali che in altri posti non hanno. Gente fantastica, che non ha niente a che fare con il paese, anzi il sistema gli è stato sempre nemico. Le amministrazioni e le istituzioni aiutano i ladri. Aiutano la FIAT, che si sapeva da 40 anni che stesse fallendo. Tutti ammirano l’avvocato Agnelli, ma cosa ha fatto? Ha fatto fallire la FIAT. E l’abbiamo nominato senatore a vita. Andreotti, senatore a vita, 50 anni al potere, mi dica una legge che ha fatto che sia servita all’Italia. Se chiede in giro, nessuno l’ha votato.

Da più di qualche anno lei porta avanti il progetto Razza umana con il quale si propone di immortalare le persone. Perché il corpo umano è stato sempre al centro della sua attività artistica?
Per me il corpo umano è un paesaggio che esprime un carattere e una cultura. Poi è interessante la sua individualità, la sua unicità. Attraverso il corpo si può leggere la condizione umana. E a me interessa quella.

Salvatore Coccoluto

Presentazione “Il tempo della musica ribelle” – i prossimi appuntamenti

Dopo la coinvolgente presentazione del libro “Il tempo della musica ribelle” alla Mondadori di presentazione Mondadori FondiFondi, da gennaio 2013 ripeterò la bella esperienza anche in altre città.

Questi i prossimi appuntamenti:

  • il 15 gennaio sarò a Roma, alla libreria Feltrinelli di Viale Libia n. 186, insieme ad Andrea Satta, voce dei Tetes de Bois, e  Alessandro Portelli, studioso e presidente del Circolo Gianni Bosio, nonché membro del Nuovo Canzoniere Italiano; la presentazione inizierà alle ore 18;
  • il 26 gennaio sarò a Monte San Biagio, alla Biblioteca Comunale in via Roma n. 2, insieme a Pierluigi Moschitti, membro del “Canzoniere dell’Appia” ed esperto di musica popolare,  e Guglielmo Raso, che introdurrà la presentazione; orario d’inizio sempre le 18;
  • il 3 marzo sarò a Bruxelles, all’Istituto Italiano di Cultura in rue de Livourne 38, insieme al giornalista di TMNews, Lorenzo Consoli.

Buone feste!

Salvatore “Totò”

Il tempo della musica ribelle: intervista su Radio Web Italia

Per riascoltare l’intervista al sottoscritto, realizzata da Barbara Scardilli e trasmessa su Radio Web Italia il 7 novembre alle 18, potete cliccare il  link allegato sotto. Una volta entrati nella pagina, in basso troverete la voce “Download allegati: scarica e ascolta”. Dieci minuti di chiacchiere in cui spiego di cosa parla il mio nuovo libro, Il tempo della musica ribelle – Da Cantacronache ai grandi cantautori italiani (Nuovi Equilibri/Stampa Alternativa).

Spero che vi piaccia! Il libro, ovviamente.

http://www.radiowebitalia.it/cinema-tv-a-spettacolo/artisti/interviste/item/77251-intervista-su-radio-web-italia-al-giovane-scrittore-salvatore-coccoluto

Intervista alla direttrice d’orchestra Silvia Massarelli

A qualcuno sembrerà strano, ma l’italiano ancora non

La direttrice d'orchestra Silvia Massarelli
La direttrice d’orchestra Silvia Massarelli

contempla una declinazione femminile per questo ruolo. Quindi dire che Silvia Massarelli sia una direttrice d’orchestra è una forzatura lessicale (che faccio volentieri). Secondo la nostra lingua dovremmo chiamarla direttore d’orchestra. Premessa necessaria prima di presentare l’artista.

Dopo aver  studiato al Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma e al Conservatoire National Supérieur de Musique di Parigi da cui è uscita con il massimo dei voti, la carriera della direttrice d’orchestra Silvia Massarelli ha avuto un’impennata nel 1993 con la vittoria del Grand Prix de direction d’orchestre”, prestigioso Concorso Internazionale che si tiene a Besançon, in Francia. Da quel momento ha cominciato a dirigere opere e ensemble in tutto il mondo. Non senza difficoltà, che poi ha superato brillantemente ricavandosi uno spazio di libertà.

Di seguito l’intervista:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/10/donna-e-direttrice-dorchestra-tagli-alla-cultura-abominevoli/409995/

Intervista a Michele Placido

Ho intervistato Michele Placidoin occasione dell’uscita del film

Michele Placido
Michele Placido

Viva l’Italia, in cui interpreta un politico che non riesce più a mentire a causa di una sindrome rara dovuta a un “incidente sessuale”. In questi giorni l’attore è anche impegnato in teatro con Re Lear. Insomma, a 66 anni non sembra mostrare cenni di stanchezza. Altrimenti non si sarebbe sposato per la terza volta e per di più con una donna di 37 anni più giovane di lui.

Mi ha detto che secondo lui il cambiamento è nelle mani dei giovani. E sulla politica attuale ha le idee chiare: «Anche noi siamo responsabili di questa situazione, probabilmente dovevamo denunciare di più questo modus vivendi. Però adesso è arrivato il momento di dire come la pensiamo, di schierarsi. In passato forse avevamo paura di perdere i privilegi anche noi, di lavorare meno, di essere etichettati di destra o di sinistra. Ora è il momento di parlare». 

Leggete l’intervista integrale su Leiweb:

http://www.leiweb.it/celebrity/personaggi-news/2012/michele-placido-intervista-401032003654.shtml

Intervista a Matteo Brancaleoni

Venerdì sera ho intervistato uno dei migliori crooner made in Italy,

Matteo Brancaleoni
Matteo Brancaleoni

lanciato da Fiorello nel 2007 a Viva Radio 2. Si chiama Matteo Brancaleoni ed è stato da poco inserito tra i dieci migliori cantanti jazz italiani dai lettori della rivista JazzIt.

Dopo aver duettato con Michael Bublé e venduto circa 20.000 dischi con i primi due album, in questi giorni esce la sua terza fatica intitolata New Life. Nel disco una piacevole novità: per la prima volta Matteo si confronta con la composizione e lancia 5 brani inediti, oltre a 6 cover stravolte con gusto. Sono andato a conoscerlo.

Intervista:

http://www.leiweb.it/celebrity/personaggi-news/2012/matteo-brancaleoni-intervista-401011200556.shtml

Intervista alla scrittrice Simonetta Agnello Hornby

La scrittrice italiana Simonetta Agnello Hornbyè un’ottima cuoca.

Simonetta Agnello Hornby
Simonetta Agnello Hornby

Da più di quarant’anni vive a Londra, ma in casa sua si mangia solo italiano e adora  deliziare i propri ospiti inglesi con i sapori della nostra terra, soprattutto quelli della cucina siciliana. In questa intervista mi ha raccontato, in occasione dell’uscita de La cucina del buon gusto (Feltrinelli), scritto a quattro mani con l’insegnante di cucina Maria Rosario Lazzati, come vedono gli inglesi la nostra cucina. E ha avvertito: “È un momento in cui all’estero più hanno cucina italiana più ne vogliono. È un frangente d’oro per i nostri sapori. Chi ha le capacità e le possibilità, fa bene a investire nella cucina italiana in Inghilterra. Il successo è assicurato”.

L’intervista:

http://www.leiweb.it/cucina/news-tendenze/2012/simonetta-agnello-hornby-40736283568.shtml

Intervista a Valeria Benatti, voce di Rtl 102.5, autrice di “Kitchen in love”

Ha portato la sua passione per la cucina in tv. L’ha descritta minuziosamente nel libro “Kitchen in love”. Valeria Benatti, giornalista e conduttrice della

Valeria Benatti

trasmissione radiofonica W l’Italia su Rtl 102.5, mi ha raccontato come la preparazione di una cenetta gustosa abbia segnato nella sua vita ogni genere di rapporto umano, da quello amoroso alla pura amicizia. Fino alle notti di passione sfrenata.

Di seguito il link dell’intervista:

http://www.leiweb.it/cucina/news-tendenze/2011/benatti-kitchen-in-love-30367306987.shtml

Volevo essere una farfalla – Intervista alla filosofa Michela Marzano

Giovedì sera ho intervistato la scrittrice e filosofa Michela Marzano. Al bar della Feltrinelli di piazza Colonna, a Roma, mi ha raccontato le ragioni di

Michela Marzano

questo suo nuovo romanzo autobiografico: “Volevo essere una farfalla” (Mondadori). Per la prima volta, infatti, la Marzano ha parlato, senza inibizioni e con molto coraggio, di come l’anoressia le abbia cambiato la vita .

L’intervista:

http://www.leiweb.it/benessere/diete/2011/volevo-essere-farfalla-30326570980.shtml

Gli Stadio ricordano Scirea e Facchetti con una canzone

Una canzone per due grandi del pallone: Gaetano Scirea e Giacinto Facchetti. Due giocatori venuti dalla provincia italia

Gli Stadio

na che riuscirono a conquistare un posto nell’olimpo del calcio  mondiale grazie alla loro classe, alla serietà e alla dignità con cui fecero il loro mestiere. Sì, è vero, pare proprio un ricordo lontano. Facchetti e Scirea. Due espressioni di un calcio che non si vede più negli stadi. Una correttezza e una pacatezza che ormai possiamo solo limitarci a ricordare. Gli Stadio hanno voluto omaggiare questi due campioni, che furono bandiere rispettivamente della Juventus e dell’Inter, con la canzone “Gaetano e Giacinto”, in rotazione da oggi su tutte le radio. Il brano anticipa l’uscita del loro nuovo album, che si intitolerà “Diamanti&Caramelle”, prevista per il 27 settembre.

“Il legame con due personaggi come Scirea e Facchetti è bene impresso nella mia memoria”, ha dichiarato Gaetano Curreri, leader degli Stadio. “Per l’amore

Gaetano Scirea

che ho per il calcio, mi è sembrato bello raccontare le loro storie che “nascono dal basso”, dalla vita vera di periferia. Le storie di quei calciatori “veri”, che riescono a fare di un sogno la loro realtà. Sono campioni che aiutano i bambini a sognare e che oggi vanno riscoperti: Facchetti e Scirea sono punti di riferimento ideali”.

Curreri e compagni, con la complicità di Emi Music Italy, hanno pensato di destinare parte del ricavato derivante dalle vendite della canzone alla Fondazione Giacinto Facchetti per lo studio e la cura dei tumori e a quella dedicata a Gaetano Scirea.

Giacinto Facchetti

L’ennesimo omaggio a due fuoriclasse silenziosi, due tipi abituati a “parlare piano”, come recita il testo della canzone degli Stadio. 

“Non amiamo i calciatori con i cerchietti in testa, pieni di tatuaggi, che si fidanzano con le veline, sinceramente non ci appassionano”, ha continuato Curreri, “ognuno può far quello che vuole ma il calcio deve ritrovare una propria armonia e condivisione, sobrietà, serenità, direi autorevolezza, anche nella figura del calciatore, che si è un po’ smarrita ultimamente, perdendo di conseguenza tutta una serie di valori. Non che i calciatori debbano essere per forza dei modelli, anzi, tutt’altro, ma, se hanno cominciato calpestando la terra di campi improbabili, non devono dimenticare mai il sudore e la fatica per realizzare un sogno”.

 

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