Al link allegato sotto troverete un pdf (scaricabile gratuitamente) che raccoglie una serie di articoli apparsi negli ultimi cinque mesi nella nuova sezione de Il Fatto Quotidiano.it, “La Musica è Lavoro”, a cui ho dato il mio contributo con interviste a Federico Zampaglione, Omar Pedrini, Mario Fargetta. Si tratta di uno speciale che potrebbe fornire numerosi spunti sia agli appassionati di musica sia agli addetti ai lavori
Ieri Peter Gomez l’ha presentato così (riporto un breve estratto del suo articolo apparso su ilfattoquotidiano.it): “Grazie alla collaborazione di Medimex e di Puglia Sounds, abbiamo raccontato l’altra faccia del mondo della musica. Abbiamo pubblicato decine e decine di articoli, ora in gran parte raccolti in un pdf liberamente scaricabile, che spiegano come la musica sia un’occasione professionale e di business e non solo un settore dall’alto valore artistico e culturale. Per questo abbiamo dato voce a cantanti, discografici, autori, editori e organizzatori di eventi. Ci siamo fatti dire cosa c’è dietro una hit, un disco o un concerto live”.
Due parole sul ‘caso’ Aurora Ramazzotti, figlia di Eros e di Michelle Hunziker, che è appena stata designata come
Aurora Ramazzotti
prossima conduttrice di X Factor Daily, la striscia quotidiana di X Factor 9, scatenando le ire della Rete.
Non conosco Aurora Ramazzotti, ma tutte le cattiverie che sto leggendo da ieri nei confronti di questa ragazza, che ha appena 18 anni, mi sembrano esagerate e gratuite. Ho letto su Instagram commenti ridicoli, tipo “stai rubando il lavoro il lavoro alla gente che ne ha bisogno”, come se un giovane disoccupato potesse ambire alla conduzione di X Factor. L’ho anche scritto in un articolo: da sempre i figli d’arte non hanno mai avuto vita facile, da loro si pretende molto e la maggior parte delle volte finiscono per essere protagonisti di flop colossali. Ma prima di insultarli sarebbe opportuno vederli all’opera. Purtroppo questo è il Paese delle “condanne” preventive, di pancia, a prescindere dall’effettiva “colpevolezza”…E siccome essere ‘figlio di’ non può, anzi, non deve essere una colpa, sapete che vi dico: io faccio il tifo per Aurora Ramazzotti.
Dopo la biografia del grandissimo Maestro Califano, ho realizzato un ritratto umano e artistico di un altro mito della musica italiana: Mia Martini. Da oggi in libreria “Mia Martini. Almeno tu nell’universo”(Imprimatur, euro 16), il mio quinto lavoro. Sotto potrete leggere una breve presentazione del testo.
“Mia Martini. Almeno tu nell’universo” (Imprimatur, euro 16)
Domenica, Mimì, Mia. Una donna con un mondo interiore immenso e con una
Copertina libro “Mia Martini – Almeno tu nell’universo”
voce unica. Le sue canzoni, gli amori, le ingiustizie, le rinascite: la sua vita.
Con interviste esclusive a Enzo Gragnaniello, Mimmo Cavallo, Adriano Aragozzini, Gianni Sanjust, Leda Bertè.
Dai primi passi nel difficile mondo della musica ai successi indimenticabili degli anni Settanta, all’abbandono delle scene degli anni Ottanta, per poi tornare con la splendida Almeno tu nell’universo presentata sul palco di Sanremo in una esibizione da brividi. E ancora la riconciliazione con la sorella Loredana, la carriera in ascesa e poi la morte improvvisa, tragica, assurda. Un racconto commovente e documentato anche con interviste esclusive, che ripercorre la carriera musicale nel dettaglio e in parallelo le vicende familiari e private che tanto hanno influito sulla profondità espressiva di un’interprete eccezionale.
Un talento riconosciuto e amato nel mondo, che in Italia non ha potuto esprimersi pienamente a causa di una maligna diceria. Vent’anni sono trascorsi senza Mimì, ma la sua voce continua a cantare e a emozionare
Sono trascorsi trent’anni da quando Diaframma e Litfiba incisero insieme il
Piero Pelù e Federico Fiumani
brano Amsterdam, scritto da Federico Fiumani. In questi giorni i leader delle due band, mostri sacri della new wave italiana anni Ottanta, si sono ritrovati nuovamente in studio per incidere un pezzo insieme. Si tratta di Buchi nell’acqua, brano scritto a quattro mani da Fiumani e Pelù, che tira fuori le loro attitudini punk delle origini.
Per saperne di più, ecco il mio articolo su Radiowebitalia.it:
Gli Einstürzende Neubauten, profeti dell’industrial e dell’avanguardiamusicale tedesca, sono tornati con un nuovo disco, Lament, un’opera dedicata alla Prima guerra mondiale. Un viaggio nelle atmosfere del conflitto che 100 anni fa scosse il mondo intero.
Di seguito il link del mio articolo uscito su Il Fatto Quotidiano.it:
Finalmente anche Terni ha la sua Casa delle donne. Grazie all’impegno e alla passione dei membri dell’associazione Terni Donne, l’8 marzo è stato inaugurato uno spazio, in via Aminale 22, in cui scambiare esperienze, trovare un sostegno e condividere momenti culturali. “La Casa delle Donne sarà di supporto al centro antiviolenza già esistente a Terni – mi ha raccontato la presidente di Terni Donne, Silvia Scipioni, nell’articolo-intervista per ilfatto.it – Le donne che usciranno dal Centro potranno ricostruirsi una rete di amicizie, riprendere contatto con il territorio, trovare il sostegno di altre donne, sia morale che pratico. La nascita di questa Casa è importante per raggiungere la consapevolezza di essere vittime di violenza fisica, ma spesso anche psicologica”.
Qui sotto il link per leggere l’intervista completa a Silvia Scipioni:
Vinicio Capossela e la Banda della PostaVinicio Capossela è sempre stato un artista che ha viaggiato “in direzione ostinata e contraria”, per dirla con De André. Anche per il suo esordio da produttore ha deciso di andare controcorrente, producendo il primo album della Banda della Posta, l’orchestrina degli anni Cinquanta che ripropone un repertorio immenso di quadriglie, mazurke, polke, valzer e tarantelle degli anni ‘20 e ’30 tipiche della zona dell’Irpinia. Primo ballo, questo il titolo, è un disco con cui Vinicio ritrova un suo vecchio amore, la terra dei suoi avi: l’Irpinia. Ne ho scritto su il Fatto Quotidiano.it. Vi allego il link dell’articolo.
Un documentario racconta la vera storia del musicista giamaicano. Si
Bob Marley
intitola Marley, e vede la regia di Kevin MacDonald (L’ultimo re di Scozia). Per la prima volta la famiglia del cantante ha aperto gli archivi privati e ha messo a disposizione filmati, ricordi e aneddoti che serviranno a far conoscere meglio la vita di questa figura leggendaria del reggae scomparsa 31 anni fa a causa di un cancro.
Domani, 26 giugno, il documentario verrà proposto, in un evento unico, in più di 100 sale italiane. Sono andato a vedere l’anteprima. Ne è valsa la pena. Ho conosciuto meglio una leggenda del reggae, ma soprattutto un uomo coraggioso, da apprezzare con tutte le sue contraddizioni. Vi posto il mio articolo uscito oggi su Leiweb.
È instancabile il buon Renzo. Da circa vent’anni va in giro per il mondo con L’Orchestra Italiana. Cina, Messico, Stati Uniti, Italia. Non solo, a settantaquattro anni viaggia a una media di tre ore di musica a concerto.
Renzo Arbore
Dopo l’esibizione di Formia del 27 agosto, qualcuno pensava che si sarebbe preso un po’ di vacanza prima di ripartire con il tour il 15 settembre da Veroli. E invece no. Mercoledì 7 settembre, alle ore 21, Arbore salirà sul palco del Teatro Valle Occupato di Roma per un concerto gratuito. Questa volta non sarà accompagnato da L’Orchestra Italiana, ma da un gruppo nato a posta per questa esibizione con lo scopo di sostenere attori, registi e maestranze che da 73 giorni sono barricati nel famoso teatro della Capitale per scongiurarne la privatizzazione. “Sarà una festa allegra”,ha dichiarato Renzo, “dove, senza prendersi sul serio, “je daremo giù” al ritmo di “swing””. Insieme a lui si saliranno sul palco anche Marisa Laurito, Max Paiella e il trio vocale “Lallo Sisters” formato dalle cantanti pugliesi Mavy Mingolla, Paola Pierri e Eleonora Pascarelli.
“Difendo il Valle e la sua storia”, ha continuato Renzo, “perché appena arrivato a Roma fu il primo teatro che conobbi. Ricordo di aver assistito a una superba opera di Luchino Visconti e da allora ho sempre seguito il suo cartellone fino all’opera “Il Dolore” di Mariangela Melato nella scorsa stagione. Il Teatro Valle è patrimonio della nostra città che deve rimanere una “voce” del teatro italiano, una voce libera, espressione della contemporaneità e dei suoi diversi linguaggi.
na che riuscirono a conquistare un posto nell’olimpo del calcio mondiale grazie alla loro classe, alla serietà e alla dignità con cui fecero il loro mestiere. Sì, è vero, pare proprio un ricordo lontano. Facchetti e Scirea. Due espressioni di un calcio che non si vede più negli stadi. Una correttezza e una pacatezza che ormai possiamo solo limitarci a ricordare. Gli Stadio hanno voluto omaggiare questi due campioni, che furono bandiere rispettivamente della Juventus e dell’Inter, con la canzone “Gaetano e Giacinto”, in rotazione da oggi su tutte le radio. Il brano anticipa l’uscita del loro nuovo album, che si intitolerà “Diamanti&Caramelle”, prevista per il 27 settembre.
“Il legame con due personaggi come Scirea e Facchetti è bene impresso nella mia memoria”, ha dichiarato Gaetano Curreri, leader degli Stadio. “Per l’amore
Gaetano Scirea
che ho per il calcio, mi è sembrato bello raccontare le loro storie che “nascono dal basso”, dalla vita vera di periferia. Le storie di quei calciatori “veri”, che riescono a fare di un sogno la loro realtà. Sono campioni che aiutano i bambini a sognare e che oggi vanno riscoperti: Facchetti e Scirea sono punti di riferimento ideali”.
Curreri e compagni, con la complicità di Emi Music Italy, hanno pensato di destinare parte del ricavato derivante dalle vendite della canzone alla Fondazione Giacinto Facchetti per lo studio e la cura dei tumori e a quella dedicata a Gaetano Scirea.
Giacinto Facchetti
L’ennesimo omaggio a due fuoriclasse silenziosi, due tipi abituati a “parlare piano”, come recita il testo della canzone degli Stadio.
“Non amiamo i calciatori con i cerchietti in testa, pieni di tatuaggi, che si fidanzano con le veline, sinceramente non ci appassionano”, ha continuato Curreri, “ognuno può far quello che vuole ma il calcio deve ritrovare una propria armonia e condivisione, sobrietà, serenità, direi autorevolezza, anche nella figura del calciatore, che si è un po’ smarrita ultimamente, perdendo di conseguenza tutta una serie di valori. Non che i calciatori debbano essere per forza dei modelli, anzi, tutt’altro, ma, se hanno cominciato calpestando la terra di campi improbabili, non devono dimenticare mai il sudore e la fatica per realizzare un sogno”.
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