Virgilio Notizie mi ha chiesto di raccontare cosa resta, secondo me, di Lucio Dalla a dieci anni dalla sua scomparsa. Gli album e i brani da ascoltare per comprendere la portata del suo contributo artistico.
L’intervista la potete leggere cliccando sull’immagine di Lucio.
Ieri, sul sito dell’Ansa, un articolo sul periodo di Lucio Dalla nella Capitale tratto dal mio libro ‘Lucio Dalla. La vita, le canzoni, le passioni’ (Diarkos Editore).
Una serata di parole e musica per raccontare un artista che ha segnato la storia della canzone italiana. Venerdì 28 agosto, all’Osteria della Vigna di Gabicce Mare, presenterò il mio libro LUCIO DALLA. La Vita, Le Canzoni, Le Passioni (Diarkos), ritratto di un artista che ci ha regalato canzoni memorabili, da Anna e Marco a Caruso, da L’anno che verrà a Canzone. La serata, ideata e organizzata da Giulio Lonzi, vedrà la partecipazione musicale di Stefano Ligi, cantautore urbinate prodotto da Lucio Dalla, che ha avuto modo di lavorare al suo fianco e di condividere con lui il palco.
Ieri sono stato ospite di Vittoria Vicky Mangone per il programma “A casa di Vicky” su Radio LatteMiele. Abbiamo parlato di come sta vivendo Roma questa emergenza sanitaria e del mio ultimo libro, “Lucio Dalla. La vita, le canzoni, le passioni”.
In onda oggi su Radio Budrio l’intervista che ho rilasciato alla speaker Mara Generali per l’uscita di “Lucio Dalla. La vita, le canzoni, le passioni” (Diarkos Editore). Di seguito il podcast.
Su Il Resto del Carlino di oggi (edizioni di Bologna e Imola) racconto a Claudio Cumani un po’ del mio “Lucio Dalla. La vita, le canzoni, le passioni” (Diarkos).
Ci siamo! Martedì 4 febbraio esce in tutte le librerie e nei negozi on line “Lucio Dalla. La vita, le canzoni, le passioni” (Diarkos Editore), il mio nuovo libro, il decimo, un tuffo nel mondo di un artista che ho amato profondamente.
A impreziosire questo mio nuovo lavoro, le interviste inedite a Ricky Portera, Pierdavide Carone, Giovanni Gulino (Marta sui Tubi), Nino Campisi, Bruno Mariani, Marco Ferradini, Stefano Ligi, Alessandra Nicita, Fabrizio Zampa (The Flippers), Giorgio Lecardi (Gli Idoli). Come sempre, ai lettori l’ardua sentenza.
“[…] E per cosa mi dovrei pentire di giocare con la vita e di prenderla per la coda, tanto un giorno dovrà finire”. Proprio così, come cantava in Siamo Dei nel 1980, a Lucio Dalla piaceva divertirsi con la vita, prenderla poco sul serio, sbeffeggiarla. E la storia che vi sto per raccontare ne è la prova lampante.
Immaginate una giornata dei primi mesi del 1991, una Bologna piovosa ma sempre viva, i portici, “lo stadio, il trotto, il Resto del Carlino”. Luca Carboni passeggia tranquillo in via Ugo Bassi, quando improvvisamente davanti a un fioraio crede di vedere il suo amico Lucio Dalla. I tratti somatici sono identici, le caratteristiche fisiche molto simili. Appena Luca lo focalizza bene capisce che non è lui, ma la somiglianza è impressionante. Si tratta di Vito D’Eri, imbianchino lucano che vive da diversi anni nel quartiere bolognese di San Donato. Carboni conosce bene Dalla e sa che l’idea di avere un sosia lo divertirebbe moltissimo. Così raccomanda a D’Eri di andarlo a conoscere. D’altronde Lucio non è difficile da trovare: vive in pieno centro a Bologna, in via Massimo D’Azeglio, e se si è fortunati lo si può incontrare durante una spensierata passeggiata verso Piazza Maggiore. Ma per chi non vive e non lavora in centro non è un’opzione così scontata.
L’occasione si crea nell’estate dello stesso anno, ma lontano da Bologna, quando Vito torna nella sua Basilicata, precisamente a Pisticci, per trascorrere le vacanze. Il caso vuole che a Policoro, il 12 agosto, si esibisca Dalla. Così D’Eri decide di cogliere al balzo l’opportunità e quella sera nella città lucana i due finalmente si conoscono. Al loro primo incontro pare che Lucio lo abbia scrutato con occhio indagatore e quell’aria sorniona di chi sta già partorendo qualche idea geniale. Probabilmente Dalla capisce subito che avere un sosia potrebbe essere un’esperienza divertente e vantaggiosa. E tra di loro parte un sodalizio che durerà fino alla scomparsa dell’artista, il 1° marzo del 2012.
Gradualmente Vito viene coinvolto nel percorso artistico di Lucio. Quando Dalla ha altri impegni o non ha voglia di presenziare lo spedisce al suo posto. La storia narra di un D’Eri protagonista di soundcheck in cui canta in playback, ospite di concerti di altri artisti negli stadi, ma anche al Festivalbar. “Intendiamoci, non è che cantassi e mi spacciassero per il Dalla vero” ha raccontato D’Eri a Repubblica, “ma durante le prove, io salivo sul palco in playback e simulavo la sua presenza mentre lui arrivava solo il giorno dell’esibizione. Oppure se non poteva proprio andare partivo io. Il pubblico andava in visibilio, poi veniva avvisato che ero solo il sosia. Si divertivano lo stesso. Bastava un gag per buttarla in ridere. Allo stadio Olimpico di Roma, Gigi D’Alessio ha fatto finta di essere sorpreso: tu bolognese tiri un pacco a me napoletano? Non esiste!”. Con il tempo D’Eri viene ribattezzato ‘Dalla 2’ e, oltre alla collaborazione, con Lucio nasce una bella amicizia. Nel 2007 appare addirittura nel video ufficiale di Lunedì, secondo singolo estratto dall’album Il contrario di me, nel quale appaiono anche altri amici di Lucio, tra cui Iskra Menarini, voce straordinaria e sua corista storica, e Tobia Righi, oltre ai suoi due Labrador. Nel video il Dalla reale incrocia il suo sosia al piano terra di un palazzo, prima di entrare in ascensore, mostrando una divertita perplessità (al minuto 3,33).
Vito gli tinteggia la casa alle Tremiti, poi si occupa anche dell’abitazione di Via D’Azeglio. Oltre a dargli visibilità nel mondo dello spettacolo, Lucio gli dimostra amicizia anche nel momento del bisogno, quando viene a sapere delle difficoltà economiche di D’Eri, di un mutuo che gli toglieva il sonno. “Il lunedì successivo, chiamai la banca e appresi che Lucio aveva versato 40 mila euro sul mio conto” ha raccontato a Kikapress. Ecco perché, quando Lucio muore lontano dalla sua Bologna, Vito resta annichilito, sconvolto, come se avesse perso un fratello: “Non volevo crederci. Passai tre giorni e tre notti sotto casa sua”. Oggi, quasi tutte le domeniche, D’Eri si reca al cimitero monumentale di Bologna sulla tomba di Lucio, per salutarlo e per rendergli omaggio ancora una volta. Per ringraziarlo di esserci stato. Un po’ come facciamo noi quando ascoltiamo ancora oggi la sua musica.